Il Giardino Romantico
Il giardino di Palazzo Reale si trova in un’area adibita a verde fin dall’età angioina, quando era di pertinenza di Castel Nuovo. Nel XVI secolo i giardini vennero recintati, abbelliti con fontane e statue e destinati a parco riservato ai viceré che dimoravano nel Palazzo Vecchio, situato nell’angolo dell’attuale piazza Trieste e Trento e demolito nell’Ottocento.
Con l’edificazione del nuovo Palazzo Reale ad opera di Domenico Fontana nel 1600 proprio sull’area del parco vicereale, lo spazio del verde si riduce sensibilmente, e nel XVIII secolo viene occupato da fabbricati di servizio alla corte, tra cui il maneggio, le scuderie e la fabbrica di porcellana.
L’aspetto attuale risale ai restauri voluti da Ferdinando II Borbone, re dal 1830 al 1859, e affidati all’architetto Gaetano Genovese, che per la sistemazione del giardino”all’inglese” si avvalse della collaborazione del botanico Friedrich Dehnhardt, che inserì nelle aiuole delimitate da viali curvilinei numerose specie arboree fra cui predomina il leccio. Va sottolineata la presenza di due magnifici gruppi di Ficus Magnolioides, di cui di ragguardevoli dimensioni quello posto all’ingresso della Biblioteca Nazionale.
Durante le trasformazioni ottocentesche fu sistemata anche la cancellata in ferro con lance a punta dorata, realizzata nell’opificio borbonico di Pietrarsa, ai lati della quale furono collocati i due cavalli di bronzo di Peter Clodt von Jürgensburg, donati al re di Napoli dallo zar Nicola I di Russia in ricordo del suo soggiorno a Napoli nel 1845.
La struttura del Giardino Romantico è stata modificata nel 1924, ad opera dell’ingegner Camillo Guerra, con la realizzazione del viale rettilineo di accesso da via San Carlo alla Biblioteca Nazionale, trasferita in Palazzo Reale negli anni Venti.