Il Cortile del Belvedere
La vicenda costruttiva del Cortile del Belvedere ha origine nel XVII secolo e nasce come corte a mare del primo organismo architettonico. La veduta del Baratta ce lo rappresenta come una corte a “C” chiusa da un loggiato. Non fu però mai ultimato, come dichiarano sia immagini coeve sia l’andamento della decorazione in piperno. Il fronte a mare, tuttavia, affacciava su un ampio piazzale a strapiombo sull’arsenale cui era collegato dalla rampa del Gigante.
Nel XVIII secolo viene definito il braccio del giardino pensile, di cui si conosce un progetto del 1745 di Biase De Lellis. A questo periodo rimanda il ritmo degli archi a sesto ribassato e a sesto pieno della parte orientale della corte.
Con i lavori di Gaetano Genovese vengono demoliti il Belvedere seicentesco e l’alloggio del Maggiordomo Maggiore e viene ridefinito omogeneamente il disegno architettonico del cortile. Al centro fu attraversato da un ponticello che unisce il giardino pensile al vestibolo centrale dell’Appartamento Storico, caduto col bombardamento del 1943 e ricostruito in tempi recenti sugli appoggi in ghisa sopravvissuti.
L’accesso al cortile del Belvedere avviene da androni che costituiscono cannocchiali prospettici tra il cortile d’onore, il giardino e il mare. Attraverso l’androne orientale si passa nella “spianata”, un ampio terrazzamento in parte ottenuto dalla demolizione di precedenti edifici, da cui si gode una magnifica vista del porto e del golfo con sullo sfondo, il Vesuvio e Castel Nuovo.