Gli Arredi
Gli arredi più antichi conservati a Palazzo Reale risalgono al periodo di Carlo III, primo sovrano borbonico: nella Sala del Trono si conserva una coppia di poltrone dalla linea raffinata, realizzate nel 1759.
Durante il Decennio napoleonico (1806-16): la Reggia è abbellita e resa più elegante secondo i canoni dello stile Impero. Il mobilio è in legno dorato, caratterizzato da forme semplici, decorato con elementi naturalistici (rosette tra foglie stilizzate, tipiche di questo periodo), con simboli del potere (zampe leonine e caprine) e con elementi che rimandano alle campagne napoleoniche (le sfingi).
Arredi siffatti si conservano nelle sale di rappresentanza, nella Sala delle Guardie del Corpo, dove gli sgabelli a spade incrociate evidenziano gusto militaresco, nella sala dei pittori emiliani con arredi recanti lo stemma murattiano delle api tra l’alloro e, soprattutto, nello Studio del Re. Quest’ultimo é arredato con tre mobili di gran pregio, portati da Murat a Napoli: un bonheur du jour, una commode e un bureau plat en suit, in legno di tuia con appliques in bronzo dorato, firmati dall’ebanista Weisweiler.
Del periodo francese si segnalano arredi in stile Impero di pregevole fattura come il centrotavola in bronzo dorato e specchi di Pierre Philippe Thomire (1810-20 circa) e la specchiera in mogano impiallacciato con finiture di bronzo dorato, appartenuta a Carolina Murat.
Durante la Restaurazione l’impronta dello stile Impero lasciata da Murat nei palazzi di corte incontra il favore di Ferdinando I che non sostituisce gli arredi francesi i quali continuano ad abbellire le sale di rappresentanza, mentre il re sceglie mobili più semplici per i suoi appartamenti.
Nel III e IV decennio del secolo, la maggior parte del mobilio riprende elementi che caratterizzavano lo stile Impero, rielaborandolo secondo il gusto locale, come per gli arredi delle sale esposte a Mezzogiorno.
Alla metà del secolo il mobilio del Palazzo, similmente a quanto avviene nelle altre corti, risente della diffusione del gusto neorococò; questa tendenza, caratterizzata da decorazioni vivaci, ma raffinate, si ritrova negli arredi di alcuni salotti allestiti da Gaetano Genovese.
La nascita del Regno d’Italia non comporta eccessive trasformazioni negli arredi di Palazzo Reale, dato che i Savoia si limitano a risiedervi solo nelle occasioni ufficiali. Al periodo post-unitario risalgono gli arredi della Sala Diplomatica, della Terza Anticamera e della Sala del Leggìo Rotante in stile neobarocco, caratterizzato, appunto, dalla ripresa degli elementi tipici del mobilio barocco. Alla metà del XIX secolo risalgono preziosi tavolini con piani intarsiati di marmi e pietre dure, mentre è del 1879 un tavolino con piano realizzato in mogano, intarsiato ed impreziosito con madreperla, opera dell’intarsiatore sorrentino Raffaele Gargiulo.