Qui dalla metà del Seicento si trovava la Sala dei Viceré, in cui erano esposti i ritratti di tutti i viceré di Napoli. Utilizzata per le cerimonie ufficiali nel periodo borbonico, prese il nome attuale durante il regno di Gioacchino Murat (1808-1815), in quanto qui fu collocata una copia di gesso del celebre Ercole Farnese (oggi esposto nel Museo Archeologico Nazionale), poi spostata in una delle nicchie del porticato del Giardino Italia.
Gli arazzi furono realizzati nel Settecento dalla Real Fabbrica di Napoli; quelli di dimensioni maggiori, raffiguranti Storie di Amore e Psiche, furono tessuti dall’arazziere Pietro Duranti su modelli pittorici di Fedele Fischetti per la Reggia di Caserta (1783-1786). Sulla consolle poggia un orologio in bronzo dorato, il più antico tra quelli conservati a Palazzo Reale. Realizzato all’inizio del Settecento da Jacques-Augustin Thuret, orologiaio del re di Francia Luigi XIV, e proveniente dalla collezione Farnese, raffigura il titano Atlante, personaggio della mitologia greca condannato da Zeus a sostenere l’intera volta celeste sulle proprie spalle.