Questo ambiente subì varie trasformazioni con l’avvicendarsi di diverse dinastie sul trono di Napoli. La volta in stile neoclassico risale al 1818: tra gli stucchi dorati sono inserite figure femminili che rappresentano le dodici Province del Regno delle Due Sicilie; al centro compaiono i simboli degli ordini cavallereschi del regno, di Napoli (il cavallo) e della Sicilia (la trinacria).
Risale al Settecento il baldacchino di velluto a galloni argentati, che protegge e delimita lo spazio riservato al re. Il trono in stile Impero fu realizzato nel 1874, dopo l’Unità d’Italia: per questo motivo l’aquila sulla spalliera reca lo stemma di Casa Savoia. Alle pareti è esposta una galleria di ritratti dinastici, dal regno borbonico fino ai re e regine d’Italia: spiccano i gruppi dell’Ambasciata turca (1741) e dell’Ambasciata tripolina (1742), dipinti da Giuseppe Bonito in occasione della visita delle due delegazioni diplomatiche al re Carlo di Borbone, e il ritratto a figura intera di Ferdinando I delle Due Sicilie, opera di Vincenzo Camuccini (1819). I quattro candelabri in finto porfido negli angoli, prodotti dalla manifattura francese di Sarreguemines, dovevano arredare il Grand Cabinet di Napoleone nel palazzo del Quirinale; caduto l’impero napoleonico (1814) furono portati a Napoli da Gioacchino Murat, allora re di Napoli.