Gli arredi più antichi conservati a Palazzo Reale risalgono al periodo di Carlo III, primo sovrano borbonico: nella sala del Trono si conserva una poltrona dalla linea raffinata, realizzata nel 1759, temporaneamente collocata in sostituzione del trono (in restauro).
Durante il Decennio francese (1806-15) la reggia è abbellita e resa più elegante secondo i canoni dello stile Impero. Il mobilio è in legno dorato, caratterizzato da forme semplici ed eleganti, decorato con elementi naturalistici (rosette tra foglie stilizzate, tipiche di questo periodo), con simboli del potere (zampe leonine e caprine) e con elementi che rimandano alle campagne napoleoniche (le sfingi). Arredi siffatti si conservano nelle sale di rappresentanza, nella sala delle Guardie del Corpo, dove gli sgabelli a spade incrociate evidenziano gusto militaresco, nella sala dei pittori emiliani con arredi recanti lo stemma murattiano delle api tra l’alloro e, soprattutto, nello Studio del Re. Quest’ultimo é arredato con tre mobili di gran pregio, portati da Murat a Napoli: un bonheur du jour, una commode e un bureau plat en suit, in legno di tuia con appliques in bronzo dorato, firmati dall’ebanista Weisweiler. Del periodo francese si segnalano arredi in stile Impero di grande fattura come il centrotavola in bronzo dorato e specchi di P.P. Thomire (1810-20 circa) e la specchiera in mogano impiallacciato con finiture di bronzo dorato, appartenuta a Carolina Murat.
Alla metà del secolo il mobilio del Palazzo, similmente a quanto avviene nelle altre corti, risente della diffusione del gusto neorococò; questa tendenza, caratterizzata da decorazioni vivaci, ma raffinate, si ritrova negli arredi di alcuni salotti allestiti dall’architetto Gaetano Genovese nel XIX secolo.
La nascita del Regno d’Italia non comporta eccessive trasformazioni negli arredi di Palazzo Reale, dato che i Savoia si limitano a risiedervi solo nelle occasioni ufficiali. Al periodo post-unitario risalgono gli arredi della prima e terza Anticamera e della Sala del leggìo rotante in stile neobarocco, caratterizzato, appunto, dalla ripresa degli elementi tipici del mobilio barocco. Alla metà del XIX secolo risalgono preziosi tavolini con piani intarsiati di marmi e pietre dure, tra i quali si distingue quello con Veduta di Napoli al centro, donato a Ferdinando II di Borbone in occasione della sua ascesa al trono nel 1830.