La prima Manifattura istituita a Napoli da Carlo di Borbone, nel 1737, a soli tre anni dal suo ingresso trionfale in città fu la Real Arazzeria. Alla base di questa decisione, ci fu certo la volontà di affermare il prestigio della nuova monarchia e l’esigenza di decorare gli Appartamenti Reali, ma anche una propizia occasione: con la morte senza eredi del Granduca Gian Gastone dei Medici, proprio in quell’anno, si estingueva la dinastia fiorentina, dunque la celebre arazzeria fondata da Cosimo I veniva soppressa. Con grande opportunismo Carlo chiuse rapidamente le trattative per acquistarne macchinari e assumere parte dei dipendenti, sicché già a novembre dello stesso anno, giungevano a Napoli Domenico Del Rosso e Giovan Francesco Pieri che avevano lavorato con compiti direttivi nella Manifattura fiorentina. La fabbrica napoletana fu installata in un edificio annesso al convento e alla chiesa di San Carlo alle Mortelle. L’anno successivo giunsero altri nove arazzieri medicei, cui furono affiancati apprendisti napoletani, insieme al francese Gaetano Laurie. Così già nel giugno del 1739 risulta in lavorazione l’arazzo con il Ritratto di Carlo di Borbone ora a Capodimonte. Comincia anche la prima serie dedicata ai Quattro Elementi ed esposta a Palazzo Reale nella terza Anticamera e nella sala delle Guardie.
Nel frattempo, nel 1763, viene completata con l’elemento mancante, Il Fuoco, la prima serie di arazzi degli elementi; si realizzano la serie con Allegorie delle Virtù (1763- 1767), destinate alla stanza del Belvedere della Reggia e quella dedicata ad Amore e Psiche (1783- 86), quest’ultima esposta nel Salone d’Ercole.
Nel 1778, l’arazzeria si trasferisce a Palazzo Reale. Nel 1799, in seguito alla devastazioni subite dal Palazzo per i tumultuosi avvenimenti della Repubblica Napoletana, andarono totalmente danneggiate la fabbrica di arazzi e la fabbrica di porcellana, insieme alla gran parte della documentazione dell’attività dal 1760 in poi. Pertanto risulta difficile ricostruire con precisione gli ultimi 20 anni di attività dell’Arazzeria, che non venne più riaperta, nemmeno dopo il ritorno definitivo dei Borbone nel 1815. Duranti fu attivo certamente fino al 1791. Non era più attivo in quella che risulta essere l’ultima serie dell’Arazzeria: L’Apoteosi Regia in sei panni, realizzata tra il 1794 e il 1799 ed oggi esposta nel Salone d’Ercole.
Nella Prima Anticamera e nella Galleria sono esposti altri arazzi di manifattura francese (Gobelins) che si differenziano nettamente nei toni e nelle cromìe da quelli napoletani. La serie è dedicata ai quattro elementi naturali e celebra Re Sole; fu donata al Nunzio Apostolico presso la corte napoletana nel 1719.